Le scelte perdenti per cercare di sostituire il treno
Dov’è finito il carrello portabici tanto acclamato nella stampa locale dall’ assessore al turismo provinciale Minardi, dal presidente di Adriabus Londei e dalle associazione For.bi.ci. e Argonauta che avrebbe dovuto caricare i cicloturisti di Pesaro, Fano, Marotta, Fossombrone, Urbino, Cagli, Cantiano con destinazione Gubbio per far scoprire le bellezze paesaggistiche ed architettoniche dell’entroterra nell’estate scorsa?
Sembra che l’idea di attrarre tanti turisti che desiderassero fare lunghe pedalate sotto il sole d’agosto non abbia funzionato.
La proposta poteva avere senso per le comitive organizzate che, partite tutte dallo stesso posto , avrebbero raggiunto la stessa meta. Invece bastava poco per capire che offrire un servizio capillare a coloro che, in qualsiasi fermata degli autobus desiderassero salire o scendere con la propria bici, era una scommessa perdente: quanto tempo era necessario per caricare e poi sganciare la bicicletta?
Bisognava essere molto ottimisti per sperare un’affluenza nelle giornate di sabato e domenica estive, senza offrire alcuna certezza d’orario, di almeno 30 ciclisti a viaggio per coprire le spese di gestione di almeno 1200 euro al giorno per le quattro corse effettuate.
Riteniamo che questa proposta sia una delle tante esternazioni a sostegno del tentativo di far fallire il progetto per il ritorno del treno nella Valle del Metauro fino ad Urbino.
Così , mentre ci si adoperava per distruggere la ferrovia metaurense anche dal punto di vista giuridico con la dismissione voluta dal ex presidente della provincia Matteo Ricci, paradossalmente, nello stesso momento si stava maturando in tutta Italia la tendenza a rilanciare tanti progetti di recupero delle ferrovie abbandonate attraverso l’istituzione delle Ferrovie Turistiche.
Hanno avuto, infatti, un enorme successo ed una rilevante promozione sul territorio la riapertura della ferrovia Sulmona-Carpinone e della Agrigento- Porto Empedocle. Una legge apposita è già stata calendarizzata per la discussione in Parlamento per permettere l’ utilizzo di queste tratte, tra le quali la Fano Urbino, e (guarda caso!) i firmatari di questa proposta di legge sono per la maggior parte del Partito Democratico.
La proponente e prima firmataria del provvedimento è l’on. Maria Iacono parlamentare agrigentina del PD, la quale con rara sensibilità ha accolto anche le nostre richieste .
Il 10 giugno scorso a Roma i parlamentari del PD a Roma hanno organizzato un convegno per il riutilizzo delle ferrovie storiche. Invece pare che in provincia di Pesaro e Urbino tanti esponenti del PD preferiscano buttare all’aria un patrimonio come una ferrovia per far posto ad una pista ciclabile.
Tale struttura potrebbe essere benissimo fatta in altri percorsi più idonei e naturalistici, come ad esempio lungo il fiume Metauro; in futuro potrebbe avere a sostegno un moderno treno, invece che un carrello trainato da un autobus.
Ma siamo nel periodo della velocità: bisogna fare tutto subito ed allora sembra importante fare presto con scelte anche di bassa qualità ed importanza.
Se poi un’ opera di grande valore infrastrutturale, culturale , monumentale, non più replicabile verrà resa inutilizzabile non importa.
Prevale la tesi di Lucignolo e l’Italia diventi pure “Il paese dei balocchi” !
Ricordiamo che quest’anno il tratto Fano-Fossombrone compie 100 anni.
Consoliamoci comunque con il nuovo servizio di Adriabus che ha abbandonato il servizio sportivo e si è dedicata a quello culturale spostando il capolinea della corsa rapida Urbino-Pesaro in viale Trieste dove alloggiano i turisti.
Una domanda, però, sorge spontanea: i turisti non sono ospitati anche a Fano e Marotta? L’entroterra della Valle del Metauro non merita di essere visitato? Sicuramente un bel treno farebbe comodo ai turisti, agli abitanti ed ai ciclisti, ma la soluzione toccasana è: meglio trovare soluzioni più banali e rapide.
La ferrovia? E’ troppo impegnativa!!!