Come far scomparire una ferrovia
L’ultimo orario ufficiale FS in cui compare la ferrovia Fano Urbino è quello del 1 Giugno – 27 settembre 1986. Come già noto, l’ultimo treno che percorse la ferrovia Fano Urbino fu il 31 gennaio 1987. Perché, dunque, nell’ orario ufficiale successivo 28 settembre – 30 maggio 87 la ferrovia Fano Urbino mancava all’ appello?
Le spiegazioni possono essere due: la data di cessazione del servizio previsto per il 28 settembre era stato rinviato e la tipografia FS non aveva tenuto conto degli aggiornamenti oppure la sapeva lunga sul destino della ferrovia metaurense.
Infatti, vennero vanificati gli impegni presi da Regione, Provincia e Comuni per un’ azione mirante a scongiurare il pericolo della soppressione attraverso l’assunzione di un mutuo di 9 miliardi di lire, contratto dall’amministrazione provinciale con gli interessi a carico della Regione e dei Comuni, e uno stanziamento di 8 miliardi messo a bilancio dalla Regione destinati all’eliminazione dei passaggi a livello e al potenziamento della linea.
Otto corse di pullman giornaliere della ditta Bucci, poi sostituirono le corse del treno da Urbino a Fano, ma impiegavano 10 minuti in più e stranamente non raggiungevano la stazione di Fano ma la stazione delle autocorriere del Pincio, costringendo coloro che dovevano prendere la coincidenza per Ancona/Bologna a farsi un tragitto a piedi di un quarto d’ora se non trovavano nel frattempo un mezzo pubblico disponibile. Oltre ai disagi reali andavano ad aggiungersi anche i costi maggiorati per l’abbonamento in corriera settimanale (es. Urbino-Fano 13.700 lire a fronte di 4.600 lire che richiedeva la ferrovia).
Va detto che il PCI d’allora si oppose tantissimo alla sospensione del servizio vedendo una pericolosa deriva privatistica del trasporto pubblico. Anche per questo la società pubblica Trasporti Montefeltro Spa insieme a Amaf di Fano rivendicavano il diritto di raccogliere l’eredità delle funzioni del treno. Non dimentichiamo che la Regione spendeva 2500 lire per ogni chilometro di strada percorso da mezzi, di società private e non, che svolgevano servizio pubblico.
In consiglio comunale d’Urbino, il sindaco Londei fece sapere che il ministro Signorile ( IX Legislatura – Governo Craxi II ) ancora in carica aveva inviato un telegramma con il quale faceva sapere che fu il direttore delle ferrovie Ligato ad opporsi alla riapertura della Fano Urbino, ma poco dopo, per bocca del senatore Venturi, il direttore delle ferrovie Ligato faceva sapere che se qualcuno aveva voluto chiudere i 50 chilometri della Fano Urbino fu il ministro Signorile. Dal gioco, ovviamente, s’era sottratta la giunta della regione Marche dichiarando di aver fatto tutto quello che richiedeva il ministero per il mantenimento del treno. Insomma un bel scarica barile.
Alcune considerazioni: a distanza di quasi 30 anni, confrontando i tempi di percorrenza dell’orario ufficiale FS con l’attuale pullman di servizio extraurbano n. 25 è possibile affermare che, tutt’ oggi, i tempi di percorrenza dei treni erano inferiori (addirittura i pullman non vanno a Fermignano ma transitano per Bivio Borzaga). Considerando come destinazione finale Pesaro il distacco diventa enorme perché il treno da Fano proseguiva e raggiungeva Pesaro in 10 minuti, invece ora bisogna prendere un altro pullman con tempi prossimi alla mezz’ora.
http://www.adriabus.eu/media/userfiles/files/25%20rev_%2031%2003%202016.pdf
Nella vicina Romagna la ferrovia rappresenta, da sempre, uno straordinario volano turistico. Riccione, perla turistica dell’adriatico, è diventata tale per l’intuizione di un suo sacerdote del secolo scorso: Don Carlo Tonini. Nel 1861 fu inaugurata la linea Ancona-Bologna ed il prete convinto che solo attraverso i collegamenti ferroviari sarebbe stato possibile cercare nuove attività per i suoi paesani si prefigge l’obiettivo di ottenere la fermata dei treni a Riccione, ci riuscirà nel 1862. Annoverato, a ragione, tra i principali artefici dell’avvio del movimento turistico della borgata di Riccione, allora frazione di Rimini, nel 2012 in occasione del 150° anno della prima fermata, il Rotary Club di Riccione e Cattolica gli ha dedicato una targa esposta nella sala d’attesa della stazione di Riccione.
In attesa che lo spirito di Don Carlo Tonini agisca sugli attuali e futuri amministratori dei comuni metaurensi, ci si dovrebbe chiedere quanti turisti non hanno scelto, non scelgono e non sceglieranno di visitare e soggiornare nella Valle del Metauro perché non è raggiungibile in treno. Un territorio ricco di storia, di cultura, di arte, di paesaggi a metà strada tra la costa adriatica e Urbino purtroppo si limita ad un turismo di passaggio lasciandosi sfuggire un’ importante nicchia di mercato che predilige per i propri spostamenti i mezzi su rotaia.