Il convegno ad Urbino
In una Sala Raffaello gremita di pubblico ed esperti del settore, oltre alla illustrazione dei vantaggi del treno che ne sono derivati in altri territori in cui analoghe iniziative sono già in atto da anni, è stato presentato il team che ha realizzato il documento: Società Ingegneria Pegaso e Sistema Ingegneria rispettivamente di Milano e Firenze e il team di base F V M ( Ing. S V Russo, ing. G. Carboni, Arch. G. Palma, geom. M. Vimini, ed altri, guidati dal presidente F V M dott. Carlo Bellagamba. Il Team si è avvalso inoltre della professionalità ed esperienza del Prof. G. Bariletti – UTP Lazio esperto in Economia dei Trasporti e collaboratore della Regione Lazio in questo campo. Gli elementi salienti del nuovo progetto di ripristino sono la valorizzazione integrata del Territorio mediante l’utilizzo di 7 stazioni e ulteriori 7 fermate con una flessibilità spinta sia verso il trasporto puro e semplice che verso l’utilizzo a fini turistici. Verrà sostituito l’intero armamento ferroviario, ristrutturate le 7 stazioni e verranno create le necessarie infrastrutture minori per le fermate turistiche ( Es. agli scavi romani di Fossombrone e alle Marmitte dei Giganti). Secondo i canoni moderni di progettazione si è teso a ridurre per quanto possibile i passaggi a livello che sono passati da 55 a 21 superando soprattutto i problemi in uscita da Fano. Con una velocità di punta di 125 km all’ora fino a Fossombrone, l’intera tratta può essere percorsa in meno di un’ora. I costi complessivi ammontano a 86.747.000 € , al netto Iva, è previsto un viadotto per superare le arterie principali di Fano il cui costo è calcolato in 18 milioni di €.
Il prof. Bariletti nel suo intervento ha messo in evidenza che tale cifra di investimento corrisponde a quanto le FS ( e quindi Stato e Regione) non ha speso per il servizio su gomma sostitutivo per i circa 30 di esclusione dal territorio dal godimento indispensabile del bene ferrovia ( circa 64 milioni di € attualizzati) e per i mancati contributi di mantenimento della infrastruttura sospesa dal 1987, incamerati per altri scopi ( circa 16,5 milioni di € ). Dall’analisi dei costi di produzione e delle relative fonti di approvvigionamento economico per il nuovo esercizio ferroviario sulla Fano Urbino risulta che i parametri di efficienza d’esercizio fissati dal D.Lgs 422/97 (35%) sono pienamente soddisfatti attestandosi dal 53% al 71%: un dato da metropolitana FS.
Per non parlare poi di quanto si risparmierebbe in minori manutenzioni stradali, risparmi sulla spesa sanitaria e oneri infortunistici. Bisogna altresì evidenziare che con questo ripristino si rende disponibile più modernamente tutto il patrimonio culturale costituito dalla Città di Urbino, di Fano e dei paesi di tutta la Vallata del Metauro.
Sembra quasi un buon auspicio il contemporaneo evento di Siena, sulla Ferrovia della Val D’Orcia, dove il Ministro Franceschini ha comunicato l’ingresso del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nella Fondazione FS, che ha il compito di «preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni», come ripreso dall’arch. Bottini presidente di CO. MO. DO. a conclusione del convegno.