La ferrovia è un PATRIMONIO pubblico!!
Ultimamente nei giornali locali il capo gruppo regionale del Pd Mirco Ricci torna a parlare della ferrovia Fano Urbino. Il suo obiettivo è riportare la ferrovia in mano pubblica facendola acquistare dalla regione Marche perché , secondo lo scrivente, le FS hanno deciso di venderla tramite un’asta pubblica.
Al consigliere regionale ricordiamo che nel 1945, la Consulta Nazionale con un provvedimento legislativo trasferì per difficoltà finanziarie i beni immobili e gli impianti della linea ferroviaria Fano Fermignano dalla Società Anonima delle Ferrovia Padane al Demanio dello Stato. Piuttosto che provvedere alla loro demolizione e al conseguente realizzo a beneficio dell’ Erario si ritenne opportuno accogliere i voti delle autorità e delle popolazioni locali per un ripristino dell’esercizio da parte dell’Amministrazione ferroviaria dello Stato anche perché allacciava due importanti ferrovie statali: l’Adriatica e la Fabriano-Urbino. Quindi la ferrovia Fano Urbino dal 1945 è totalmente in mano pubblica.
Per quale motivo si dovrebbero spendere 4 milioni e 300mila euro, derivati dai versamenti erariali dei cittadini, per farla acquistare dalla Regione? Considerato che il patrimonio FS appartiene allo Stato basterebbe convincere il Presidente del Consiglio oppure il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti a bloccare ogni iniziativa di vendita, impresa assai facile considerati i buoni rapporti del presidente della provincia Matteo Ricci con Matteo Renzi. Le FS nel 2013 hanno ottenuto utili pari a 460 milioni di euro aumentando il trend positivo dell’ ultimo anno del 20%, quindi non hanno bisogno di denaro ; di conseguenza si potrebbero prendere i tempi giusti per le decisioni importanti supportate da dovuti studi e necessarie analisi tecniche .
Fa piacere comunque che il capogruppo regionale del PD si stia preoccupando per la conservazione dell’ unità di un corridoio importante come la ferrovia Metaurense, anche se, bisogna ricordare, il problema se lo sono creati da soli. Non riusciamo a spiegarci, invece, le reali motivazioni alla base dei suoi amletici dubbi sul ripristino del servizio ferroviario, visto che non è stato fatto, nè richiesto, alcun rapporto tecnico serio e circostanziato sulla ferrovia da parte di soggetti non legati con il “palazzo” e liberi di esprimere conclusioni quanto più possibile veritiere.
Riconosciamo che si stanno facendo grossi passi avanti: non si afferma più che ripristinare la ferrovia ha costi faraonici, che sono state costruite case sui binari od altre piacevolezze del genere ; si riconosce , invece, che la stesura di un cavo a fibra ottica è compatibile con la ferrovia ( come è stato già realizzato sulla Rete FS senza demolire nulla ) e non si dice più che il treno è un mezzo nostalgico. Ci si preoccupa delle intersezioni stradali che sono una criticità per qualsiasi sistema ferroviario, ma che non rappresentano assolutamente l’impedimento al ripristino della ferrovia Fano Urbino, essendo problemi superabili in sede tecnico-progettuale. La tecnologia dei passaggi a livello si è evoluta tanto che i tempi di chiusura sbarre sono ridotti a meno di 2 minuti ; anche l’eliminazione totale del passaggio a livello attraverso la costruzione di sottopassi si è sviluppata per le linee in esercizio con l’inserimento di monoliti a spinta: per una linea fuori esercizio è ancora più facile ed economico. Non dimentichiamo che si sta discutendo di una ferrovia locale con un traffico limitato a circa venti corse al giorno e non soggetta a qualche centinaia di passaggi come avviene per il passaggio a livello di Marotta sulla linea Adriatica (già finanziata la sua eliminazione); per tutto basta l’esempio , ormai famoso in tutta Europa , della ferrovia Merano Malles che in occasione dei lavori di ripristino ha ridotto i passaggi a livello da 85 a 35.
Aggiungiamo che il progetto di massima per la ferrovia Fano Urbino è già pronto ed è a disposizione “GRATUITA” per gli enti pubblici, ma finchè non si avrà la certezza che la volontà politica locale è favorevole al ripristino rimarrà chiuso nei nostri cassetti; nell’eventualità si abbandoni l’idea del ritorno del treno , tale progetto verrà utilizzato per dimostrare quale errore storico e strategico si sia commesso contro la Valle del Metauro ed Urbino! Le ferrovie fin dalla nascita del Paese rappresentano la parte fondamentale della sua storia e ne rappresentano il desiderio e le possibilità di sviluppo, di modernità e di ricerca di nuove positive realtà. Non riuscire a capire le enormi potenzialità della ferrovia Metaurense per tutto il territorio lascia trasparire solo dubbi sulla buona fede di chi rema contro.