La ferrovia Fano Urbino nell’inchiesta denuncia de’ Il Fatto Quotidiano
“L’irragionevolezza al potere, un governo senza luce e senza visione ( ed anche senza connessione sentimentale con i luoghi) produce una disperazione e una riscrittura dei territori ed anche una sua afasia”
Con queste parole Antonello Caporale, giornalista di punta del Fatto Quotidiano, percorrendo la via Flaminia nei pressi di Fossombrone commenta la perdita della ferrovia Fano Urbino.
La quarta e ultima puntata del docu-film “La vita è un treno” un atto sentimentale ed una denuncia civile sul sito .
http://lavitaeuntreno.ilfattoquotidiano.it
L’inchiesta ha illustrato con un viaggio attraverso i binari arrugginiti di alcune tratte ferroviarie dismesse, un’ Italia in soffitta, una Nazione consegnata all’oblio, ferita, abbandonata. Eppure, scrive il giornalista, il treno è l’unico vettore ad essere connettore di comunità.
Si chiede Caporale ” come mai fosse maturata con gli anni l’idea che non fosse più utile, opportuno ed intelligente collegare con il treno le grandi metropoli ai piccoli borghi, la campagna alla città, il piccolo al grande.”
Solo un Paese irresponsabile sceglie l’asfalto, i viadotti, le opere faraoniche infinite, accarezza ogni scempio come fosse figlio , legittima ogni spreco e giudica “solo il treno” un costo insostenibile.
Si perde, così, persino il senso della geografia.
Le stazioni abbandonate sono testimonianze mute di una distanza che aumenta tra campagna e città, monumenti di una maestosa dismissione civile e culturale:
– il treno è costoso, le strade no.
– il treno porta deficit, l’asfalto crea valore economico.
Per una parte dell’Italia il treno è divenuto una spesa insostenibile. Meglio allora il bus.
L’Associazione FVM ha collaborato con Antonello Caporale per le riprese del video ed ha testimoniato che anche in questo territorio esistono persone che non si arrendono a questo falso teorema.
La ferrovia Fano Urbino non solo è stata progettata e costruita con caratteristiche tecniche eccezionali ma realizza , con il suo tracciato, la minor percorrenza chilometrica di tutte le altre infrastrutture viarie, della Valle del Metauro. Tutto ciò con il minimo impatto possibile sul paesaggio , anzi…. la ferrovia, attraversando il Metauro e le vallate con armoniosi ponti in pietra e mattoni, lo ha addirittura abbellito.
Ultimamente abbiamo assistito sui media nazionali ad un buon numero di servizi sulle ferrovie abbandonate o sottoutilizzate in tutta Italia .
Non sarebbe una grande sorpresa se si tornasse indietro rispetto a decisioni prese in modo troppo “superficiale od interessato” diversi anni fa. Se nei Comuni della Valle metaurense il trasporto su rotaia non dovesse tornare ad essere argomento di sviluppo territoriale potrebbe accadere che solo qui da noi , con una ferrovia che possiede i numeri per essere un successo sia commerciale che turistico, non succeda nulla. Con ulteriore danno per il rilancio della locale economia e la salute di noi tutti .