La ferrovia Fano Urbino su ” Il Fatto Quotidiano”
Su “Il Fatto Quotidiano”, OGGI DOMENICA 1° SETTEMBRE in edicola , il noto giornalista- scrittore Antonello Caporale espone una circostanziata inchiesta sulla ferrovia Fano Urbino. Dopo “La Repubblica”, “La Nazione”, il “Corriere della Sera” e “L’Avvenire ” ancora una volta la stampa nazionale, accende i riflettori su i binari della Metaurense.
Mentre l’attenzione del mondo esterno sa cogliere e capire appieno le potenzialità ed il valore intrinseco rappresentato da una strada ferrata nella Valle del Metauro , la politica regionale, provinciale che cosa ha fatto ?
Si è adoperata con sospetta efficienza ed inusitata quanto veloce determinazione per ottenerne la dismissione e così perderla per sempre.
Di fronte all’opinione pubblica nazionale è incredibile che chi amministra un territorio come la Valle del Metauro , densamente popolato, ricco di storia, di bellezze naturali, di siti archeologici e culturali eccellenti, sia così poco attento alla sorte di quel binario che da tanti esperti del ramo è stato, invece, giudicato indispensabile alla mobilità ed allo sviluppo economico della vallata e zone limitrofe.
Il treno migliora e favorisce la vita dei paesi collegando velocemente e con sicurezza i piccoli con i grandi centri; nel caso della ferrovia Metaurense unisce l’entroterra con la costa e connette il territorio ad una via di grande comunicazione , qual è la ferrovia Adriatica ( servita dai treni AV Freccia Rossa-Trenitalia e presto da Italo-NTV ) quindi al resto della Nazione.
L’Associazione FVM , che da oltre 13 anni agisce per sensibilizzare l’opinione pubblica locale con manifestazioni, convegni, partecipando ad eventi in tutta la Valle del Metauro ( da Fano ad Urbino) ,fuori provincia ed in altre regioni, può affermare con certezza che la gente sarebbe felicissima di riavere il treno.
Alcune persone avevano dubbi collegati a strane voci messe in circolazione riguardo…. “ le case sui binari”, i problemi legati ai passaggi a livello , i costi di ripristino dell’infrastruttura.
E’ verificabile facilmente che : “ le case sui binari” non esistono, a meno che si tratti di case in ” prossimità” dei binari, inifluenti per la circolazione; i problemi della presenza dei PL sono superabili con sottopassi/cavalcavia o mediante l’automatizzazione degli stessi con tempi brevi di sosta; per quanto riguarda il ripristino si sa bene che sono necessari circa settanta-ottanta di milioni di euro e viene spontanea la domanda: “quali sarebbero i benefici che deriverebbero da tale operazione?”.
Per i 3 chilometri della bretella di Urbino sono stati spesi 75 milioni di euro, con l’unica utilità di far guadagnare qualche minuto di tempo di percorrenza ( ed al contempo con il pesante balzello rappresentato dal massacro del paesaggio sconciato da tale opera).
Con la stessa cifra si riaprirebbero 50 chilometri di ferrovia con enormi vantaggi per il trasporto pubblico, la mobilità sostenibile, il turismo e l’ambiente.Nessun altro tipo d’investimento è in grado di influenzare positivamente le abitudini di spostamento delle persone, di migliorare la qualità della vita e creare nuove opportunità di lavoro .Riaprire la ferrovia Metaurense è una soluzione che realizza con un minimo impegno un grande risultato.
La politica (di qualsiasi colore) ha il dovere di cercare queste soluzioni, specialmente in questi tempi di crisi. Se le istituzioni faranno scelte corrette , come il ripristino della ferrovia, la collettività potrà compiere passi in avanti. Chi vuole impedire il ritorno del treno nella valle del Metauro sa di commettere un danno a noi tutti.
Tenere viva la ferrovia metaurense è questione di civiltà e di saggio governo del territorio.